venerdì 30 marzo 2007

300


Titolo originale: 300
Nazione: U.S.A.
Anno: 2007
Genere: Azione, Avventura
Durata: 116'
Regia: Zack Snyder
Sito ufficiale:
www.300themovie.warnerbros.com
Sito italiano:
wwws.warnerbros.it/300
Cast:
Gerard Butler, Vincent Regan, Lena Headey, David Wenham
Distribuzione:
Warner Bros.

Possono 300 uomini tener testa ad un enorme esercito formato da migliaia di soldati? Questo è quello che successe nel 480 a.C. quando re Leonida e 300 valorosi guerrieri spartani fermarono per 3 tre giorni l'invasione del re persiano Serse nella battaglia delle Termopili. Pochi contro molti. Frank Miller nella sua "graphic novel" non vuole raccontarci la storia ma cerca di disegnare il coraggio e la determinazione di pochi uomini liberi che si ribellarono alle regole e che con il loro sacrificio spinsero tutta la Grecia ad unirsi contro gli invasori.
Il film di Zack Snyder è un intreccio di generi. Dall'azione con battaglie ricche di sangue, decapitazioni e morte che si attaccano al fantasy stile Il Signore degli Anelli con elefanti e mostri esotici per giungere in fine all'epico clamore e hai colori sgargianti stile Il Gladiatore.
Di sicuro 116 minuti da vedere.

lunedì 5 marzo 2007

Sfogo di una pazzo in un vagabondo

Vecchie pagine scritte tempo fa... ritornano... più forti, più vive.


Tutto cominciò un pomeriggio d’inverno. Annoiato e distrutto dai troppi discorsi sulla vita e la morte che mi propinavo i miei tristi amici del bar, uscii ed arrivato in piazza partecipai, come assuefatto spettatore, allo sfogo di un pazzo in un vagabondo. Si un vagabondo che aveva come interlocutore un pazzo, un fantasma, che forse dimorava nelle sue fragili membra. Cominciò la sua arringa contro nessuno così:
Mi hanno detto molte cose. Mi hanno detto che tutti possiamo sbagliare. Che tutti siamo imperfetti, essere convinto e commettere sempre lo stesso crimine. Errare è umano, perseverare è diabolico, forse. Non ce la faccio più, confinato nel mio mondo immaginario, affronterò il freddo ed il caldo, fino all'ultimo secondo. Osserverò la gente passare. Seduto affianco alla fretta, di chi sa ridere e scherzare, di chi sa piangere e stare male”.
Fumava una sigaretta e passeggiava nervosamente avanti e dietro consumando le sue ossa e le sue già lacerate scarpe. Poi dopo un lungo tiro alla cicca ricominciò.
“Manderò giù boccone dopo boccone e con l'orgoglio mi laverò le mani, condannando non il figlio di un dio ma un uomo qualunque che potrei essere io. Innalzo calici vuoti dall'euforia mentre, il cavallo entra e crea scompiglio”.
Mi siedo. Sto muto.
Evangeliche soluzioni non riconosciute, allargano il più grande buco nero dell'universo la terra. Nessuno da importanza a ciò che dice, vagabondo pazzo in questo mondo di senza tempo. All’improvviso la sua voce fuoriuscì quasi frantumando i miei avidi timpani.
“Si! Parlo di quello che non si vede. Descrivo un frastuono che non avverto e mi accorgo di essere privo di razionale razionalità”.
Allora preso da quelle parole, guardandolo dritto negli occhi, gli dissi:
“Ma tu hai scrupoli da esaminare, verso coscienze pulite ai margini della legalità.”
“Stai attento” – mi sussurra stupefatto un passante – “è pazzo!”.
Il vagabondo rispose con gli occhi colmi di rabbia e sangue. La voce cominciava già ad affievolirsi.
“Brucia la buffoneria di chi crede che il mondo sia giusto. Uccelli seduti, volano gli uomini, perchè io cado?”
Prima domanda verso il regno di chi non ascolta e di chi sente solo ciò che vuole.
“Se stessi qui ad impazzire non continuerei a dire frasi apparentemente prive di senso... o forse si?”. “Perchè mi chiedi cose che non so? – gli dissi – “non ho creato io questo turbinio di domande.”
“Decine di parole. Non penso. Non credo. Sdraiato su un cuscino di lana scura partorisco nuovi caratteri ,diversi segni facili da interpretare... in malo modo, perchè chi dettò le leggi non è più qui benché come uomo, morì prima che dio nascesse”.
“Qual’è il tuo scopo? Cosa vuoi dimostrare?” chiesi.
“Un bel niente, ecco tutto! Però sono pazzo e ne potrei approfittare...? Giusto, mi devo sfogare. Ecco una fotografia : lui, il grande imprenditore. Computer, palestra, macchine sportive. Lei, frigida mignatta, annoiata e tremendamente puerile. Accoppiata perfetta, falsa come le parole di un prete, nata per uno squallido scambio di compromessi!”
Non capivo di chi stava parlando?
“Ti riferisci forse a me?”
Mi rispose:Di chi sto parlando? Ma del destino, ovviamente, e della sua fedele moglie, la sorte che troppe volte ha osato voltarmi le spalle. E tu destino senza cuore come puoi abbandonarmi proprio ora...? Ma ti prego fai pure, vinci e continua a voltarti tutte le volte che vuoi. Perchè vitale è per te la forza di chi riesce solo a dormire. Dieci scarpe strette per migliaia di elefantiche sagome annerite dal catrame”.
Sensazioni di ira stanca e spazientita. La mente non si ferma presagio di un capolinea non molto lontano. Nulla di più salutare ed oscuro della vita con un dubbio... e se il pazzo non fossi io? Impossibile! Pensai. Feci come per chiederlo ma quel mio strano interlocutore mi blocco proseguendo:

“Io maneggio santi e ladroni, accarezzo finte depravazioni, faccio resuscitare le più recondite perversioni mentali affinché dei tre sacchi sia io quello vuoto. Non mi è mai piaciuto pagare per avere! Si potrebbe barattare. Non capisco. Ho giocato, ho vinto, ho perso, ho fatto bene, ho fatto male”.
“Hai semplicemente azzerato il conteggio” dissi.
Ennesimo ritorno alla normalità, sono in grado di farlo.
“Ora salgo sull'astronave e ti saluto – disse - tu che non vedi ricorda, mai nessuno è stato in grado di vedere ciò che io ho imparato.”
Gettò lontano la sigaretta , abbottonò il suo cappotto usurato e andò via, verso il mare. Un folto numero di persone che si erano fermate in circolo attorno a noi, mi osservava. Sentivo quegli occhi puntati sul mio corpo. Mi hanno detto molte cose, ma del resto cosa sono, come sono, chi sono, non importa. Meglio una pazza reputazione che uno spettacolo di un burattino senza fili.

francesco